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Il Parco Archeologico

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L'Area archeologica

Il Parco Archeologico di Metaponto

Comprende il santuario urbano, parte dell’agorà, il quartiere artigianale ed il grande asse viario nord-sud su cui s’impostava l’impianto urbano. Sono visibili le tracce dei diversi monumenti che hanno segnato la vita civile e religiosa della colonia, dalla fondazione fino alla conquista romana del III sec. a.C.



Storia di Metaponto

Le fonti antiche riferiscono per Metaponto più fondazioni con ecisti differenti (Daulio tiranno di Crisa, Leucippo, Metabos) avvenute sul luogo, ormai abbandonato, dove in precedenza si erano insediati i Pilii di ritorno da Troia. Un centro misto greco-indigeno è realizzato in località Incoronata di Pisticci, un terrazzo sulla destra del fiume Basento, già nel corso dell’VIII sec. a.C.: ma questa prima esperienza sembra esaurirsi già verso la fine del VII sec. a.C. probabilmente in conseguenza dell’insediamento di genti venute dal Peloponneso a Metaponto e della loro penetrazione verso l’interno ai danni degli Enotri. Gli Achei arrivano a fondare la nuova città sollecitati dai Sibariti per limitare il processo di espansione della vicina Taranto nella ricca piana del Bradano e del Basento. La fondazione non sembra risalire oltre il secondo quarto del VII sec. a.C., al contrario di quanto riferito dalle fonti (Eusebio), che indicavano una data troppo alta (733 a.C.). La città è posta tra le foci del Bradano e del Basento (il perimetro urbano mostra evidenti infatti i condizionamenti imposti dalla morfologia del suolo) in una zona molto fertile che ne determina la fiorente economia agricola. La posizione in prossimità della costa consente l’utilizzo della foce del Basento per le attività portuali, mentre le due vallate fluviali facilitano i collegamenti con i centri indigeni dell’interno (Pisticci, Montescaglioso, Garaguso, Tricarico, Vaglio) e con Poseidonia, l’altra colonia achea fondata dai Sibariti sul Tirreno. Tra il VI e la prima metà del V secolo a.C. Metaponto sviluppa un regolare impianto urbano ad assi ortogonali e con isolati stretti e lunghi. L’area sacra viene dotata dei monumenti più significativi: il sacello C dedicato ad Atena, costruito già alla fine del VII sec. a.C. ed ora ingrandito e monumentalizzato, e i due grandi templi peripteri dorici A e B, dedicati ad Hera e ad Apollo, già concepiti nei decenni iniziali del VI sec. a. C. e realizzati, secondo l’orientamento del tessuto urbano, attorno alla metà del secolo. Nei decenni iniziali del V sec. a.C. viene eretto, nello stile ionico, il Tempio D. Anche l’Agorà riceve il necessario risalto monumentale ed ospita un edificio per pubbliche assemblee (Ekklesiasterion), capace di contenere circa 8.000 persone. Eretto già alla fine del VII secolo a.C. in forma di tribuna lignea (ikria), è trasformato verso la metà del secolo successivo in edificio circolare costruito interamente elevato, senza condizionamenti fisici esterni. Il territorio attorno alla città (chora), in analogia alla regolare pianificazione urbana, viene diviso in lotti regolari e, con l’affidamento delle parcelle a ciascun nucleo familiare, occupato in maniera stabile da fattorie. La spiga d’orzo scelta come simbolo per la monetazione della città ne sottolinea l’aspetto agricolo ed indica una delle produzioni più caratterizzanti. A rimarcare il prestigio e il potere raggiunto in questo periodo dalla città achea basti ricordare la sua diretta partecipazione alla distruzione di Siris prima e, successivamente, di Sibari e, ancora, la presenza, nella prima metà del V sec. a.C., di Pitagora e della sua scuola. Con la seconda metà dello stesso secolo la colonia sembra avvertire le conseguenze di una grave crisi politica, economica e demografica. Il segnale più evidente è l’incapacità dei Metapontini di opporsi all’occupazione della Siritide da parte di Tarantini e Turini. La fondazione di Herakleia nel 433 a. C. sembra segnare la fine del progetto metapontino di controllare il territorio costiero compreso tra il fiume Sinni a Sud e Bradano a Nord. Nel IV sec. a.C., contrariamente ai disastrosi eventi bellici riferitici dalle fonti antiche, Metaponto registra una notevole ripresa che determina l’occupazione di tutti gli spazi urbani ed una più rigorosa divisione del territorio che vede una ridistribuzione delle terre e un intenso popolamento, testimoniato dall’alto numero di fattorie messe in luce negli ultimi tempi dalla ricerca archeologica. A questo corrisponde in città una vivace attività edilizia pubblica: nella seconda metà del secolo viene costruito, sui resti dell’Ekklesiasterion ormai abbandonato, il Teatro di forma semicircolare con facciata esterna poligonale decorata da mezze colonne e fregio dorico. La crescita della falda freatica impone la costruzione di un sistema di canalizzazioni e drenaggi, mentre il ritrovato vigore delle popolazioni indigene dell’entroterra determina la necessità della costruzione di un circuito difensivo cittadino. Per far fronte agli Indigeni ormai perfettamente organizzati militarmente e sempre più minacciosi, le colonie greche, costituitesi nella “lega italiota”, fanno ripetuto ed inutile ricorso a condottieri stranieri provenienti da Sparta e dall’Epiro, soffrendo però della presenza sui propri territori degli eserciti stranieri. Con la sconfitta di Pirro, comincia per Metaponto un periodo condizionato dall’espansionismo romano, sempre più deciso e capillare: la campagna viene abbandonata ed in città si avvertono i segni di una crisi economica e politica profonda e irreversibile. I principali monumenti cittadini risentono dell’incuria e dell’abbandono e l’assetto urbanistico subisce un profondo stravolgimento a causa della presenza dell’esercito romano: un ampio spazio (il cosiddetto Castrum) viene ritagliato ad Est dell’Agorà, in collegamento diretto con l’antica area portuale, per evidenti motivi difensivi. L’arrivo di Annibale sembra ridestare le speranze dei Metapontini di una ripresa politica ed economica della città, ma è un periodo carico di scontri violenti con gli eserciti romani, seguiti da distruzioni radicali e sistematici saccheggi: basti ricordare il trasferimento forzato dei Metapontini nel Bruzio a seguito dell’esercito punico. Gli avvenimenti bellici della prima metà del I sec. a.C. (guerra sociale e rivolta di Spartaco) provocano conseguenze ancora più gravi: i monumenti pubblici, minacciati dalla crescita della falda freatica, vengono distrutti ed i blocchi migliori utilizzati per produrre calce o reimpiegati nella costruzione di modeste abitazioni; i mancati interventi di manutenzione dei canali di drenaggio producono impaludamenti continui, favorendo la formazione di bacini retrodunali (lago di Santa Pelagina) e lo spostamento della foce del Basento più a Sud; sepolture databili al I sec. d.C. invadono il fossato del Castrum e il santuario urbano. Dopo un lungo periodo di crisi, a partire dal III sec. d.C. un impianto termale ed una Basilica paleocristiana si sovrappongono alle sedi stradali del Castrum. In seguito di Metaponto si annulla anche il nome ed al suo posto si trova Toriostu (Turris Ostium) corrispondente alla medioevale Torre a Mare.


Il Parco dell'Area Urbana

L'area urbana dell'antica colonia greca di Metaponto ha una forma quadrangolare, condizionata dal corso dei fiumi Bradano e Basento che scorrono paralleli a nord e a sud. È credibile che le anse fluviali ed i bacini costieri siano stati utilizzati come zone portuali. La città ha un'estensione di circa 150 ettari ed un perimetro di 7 Km. L'attuale linea di costa è più avanzata rispetto a quella antica. Il lato orientale delle mura si pone oltre il tracciato della ferrovia e l'abitato si estende fino a raggiungere il moderno Borgo di Metaponto. Le prime fasi dell'insediamento greco si datano tra la fine dell’VIII e gli inizi del VII sec. a.C. e propongono un'organizzazione a piccoli nuclei sparsi. La fondazione della colonia achea voluta dai Sibariti si fissa, invece, nei decenni finali del VII sec. con la definizione degli spazi per le attività pubbliche, per i quartieri abitativi ed artigianali. Il primo e più importante nucleo è sicuramente quello costituito dal santuario e dall'agorà. Nel santuario trovano ubicazione gli altari ed i piccoli sacelli dedicati alle divinità portate dai coloni. Esse sono la testimonianza diretta delle tradizioni e dei culti della Madrepatria. Nell'agorà si creano le strutture per gli usi collettivi civili. La forma pianeggiante dei luoghi ha favorito l'insediamento umano e la rapida creazione di un impianto urbano regolare intorno alla metà del VI sec. La città è divisa sulla base di alcune grandi strade (plateiai), perpendicolari tra loro, in isolati stretti ed allungati, separati da strade minori (stenopoi). Una prima grande strada E-W passa a sud del santuario ed attraversa per intero l’agorà. Essa unisce il territorio agricolo alla costa. L'altra grande strada ha un andamento N-S, e con le sue straordinarie dimensioni (22 ml) costituisce l'asse centrale dell'intero impianto e collega la zona del porto sul Basento con l'area pubblica. Il parco archeologico comprende le strutture del santuario e di parte dell'agorà. Nell'area sacra si osservano gli edifici di culto nella forma monumentale raggiunta tra la metà del VI e gli inizi del V sec. a.C. Le attuali condizioni di conservazione si devono al sistematico saccheggio dei materiali sofferto dalla città nel corso dei secoli. Al centro s'impone il Tempio A, dedicato ad Hera, con le sue possenti forme doriche. La parziale ricostruzione della fronte orientale suggerisce la sequenza di alcuni elementi dell'alzato e la soluzione del colonnato con otto colonne. Questo tempio e quello contiguo di Apollo Lykaios, sono perfettamente rispondenti alle geometrie dell'impianto urbano, mentre i templi D (in stile ionico) e C hanno un orientamento diverso, pur essendo stati costruiti in una fase successiva. Sulla fronte dei templi si sviluppa la serie degli altari. Quello di Apollo è caratterizzato dalla presenza di una grande quantità di cippi e pietre informi. Il margine nord del santuario corrisponde al limite della città e l’attuale rilevato, marginato dalla fila di alberi, ripete quasi il tracciato della fortificazione, mentre il canale di bonifica moderno corrisponde all'antico fossato. Oltre il limite del santuario si apre l'enorme spazio dell'agorà. L'imponenza monumentale più significativa è data dal complesso Teatro-Ekklesiasterion. L'edificio teatrale è databile nella seconda metà del IV sec. a.C. Esso si sovrappone ad una struttura più antica di forma circolare (Ekklesiasterion), riservata alle assemblee popolari. A lato si estende un'area di forma quadrangolare, marginata da blocchi e da una monumentale rampa di accesso. Il luogo può essere riconosciuto come un santuario. La fornace per calce è di fattura medievale o moderna. Essa spiega le cause della distruzione di molti monumenti cittadini. Oltre la strada alberata si sviluppa il cosiddetto Castro Romano, settore difeso ed occupato nel corso del III secolo a.C. da un presidio militare romano. In quest'area si riduce l'abitato nei secoli successivi. Solo qui è documentata una frequentazione che persiste fino al VI-VII secolo d.C. con un luogo di culto cristiano ed un battistero.


History of Metaponto

The ancient sources attribute to Metaponto several foundations with different ecisti (Daulio tyrant of Crisa, Leucippo, Metabos) taken place where the Pilii on returning from Troy were settled. A mixed Greek native centre is founded at Incoronata of Pisticci, a terrace on the right of Basento river, in the course of the 8th century BC, but this first experience seems to disappear towards the end of the 7th century BC, probably because of the settlement of people coming from Peloponneso to Metaponto and their penetration to interior, to the detriment of the Enotri. The Achaens founded the new city with solicit of Sibariti to limit the expansionism of the near Tarentum on the prosperous plain of the Bradano and Basento rivers. The foundation does not seem to date back later than the second quarter of the 7th century, on the contrary some sources refer a too late date (733 BC). The city is situated between the outlets of the Bradano and Basento rivers (the urban perimeter shows in fact an evident conditioning produced by the soil morphology) on a very fertile area with a flourishing agricultural economy. Its proximity to the coast consents to use the outlet of Basento for the harbour activity, and the two fluvial valleys make easier to connect it to the interior native centres (Pisticci, Montescaglioso, Garaguso, Tricarico) and to Posidonia, the other Achaen colony founded by Sibariti on the Tirreno coast. Between the 6th century BC and the first half on the 5th, Metaponto expands a regular urban plan with orthogonal axes and narrow long block of houses. The sacred area is provided with some of the most important monuments: the sacellum C dedicated to Athene was constructed at the end of the 7th century, now elongated, and the two large doric peripteral temples A and B, dedicated to Hera and Apollo, conceived in the earlier decades of the 6th century BC and built, according to the rules of the urban order, around the half of the century. In the earlier decades of the 5th century BC, the temple D in Ionic style is built. Also the Agora receives its monumental relief and it gives place to about 8.000 persons. Built in the 7th century, as a building in wooden tribune (Ikria), it is replaced towards the middle of the next century by a circular structure, high built, without physical conditioning. The territory around the city (chora) by analogy with the regular urban plan, divided into regular building plots and given to each family, is occupied by permanent farms. The ear of barley, chosen as symbol for the mintage of the city, emphasizes the agricultural aspect and it shows one of the most characteristic productions. To point out the prestige and the power reached in this period by the Achaen city it is sufficient to remember its direct intervention to the destruction of Siris, Sibari and later on the presence of Pitagora and his school in the first half of the 5th century BC. In the second half of the same century, the colony seems to take the consequences of a political and demographic crisis. The most evident sign is the incapacity of Metapontini to oppose the occupation of Siritide by Tarentum and Thourioi. The foundation of Herakleia in the 433 BC seems to shows the end of the Metaponto’s plan to control the coastal territory in the south of Sinni river and in the north of Bradano. In the 6th century BC, in spite of its war efforts, as referred by ancient sources, Metaponto experiences a steady growth in economy, with the settling of all urban places and a more vigorous division of its territory and lands. It becomes populated as it proves the presence of several farms, brought out lately by the archaeological research. In the city there is a public building activity: in the second half on the century it is built, on the remains of the Ekklesiasterion, by then abandoned, the Theatre by a semi-circular structure with external polygonal facade, decorated with half columns and a doric frieze. The growth of the water-bearing stratum imposes the construction of a canalization and drainage system; the re-established vigour of the native population determines the construction of a defensive system. To face the growing military might of the Natives, the Greek colonies, that eventually become the “Italiot League”, resort to some foreign military leaders coming from Sparta and Epiro even if they have to bear the foreign army on their territory. After the defeat of Pyrrhus, Metaponto is conditioned by the capillary and resolute expansionism of Romans: the land is abandoned and in the city there are the signs of a great economical and political crisis. The main monuments are incurableness and the urbanistic order is undergone to a twisting because of the presence of the Roman army: a wide place (the so-called Castrum) is drawn to the east of Agora, connected to the ancient harbour area, for evident defensive reasons. The arrival of Hannibal seems to awake the hopes of Metapontini about a political and economical increase of the city but in this period there are some violent engagements with the Roman army and consequent destructions and sacks, such as the forced migration of Metapontini to Bruzio following the Punic army. The war events of the first half of the 1th century BC, the civic war and the revolt of Spartacus provoke more heavy consequences: the public monuments are destroyed by the growth of the water-bearing stratum, the best blocks are utilized to produce lime or to build poor houses; the lack of maintenance of the drainage canals produce continual swamps with the consequent formation of back dune (Lake of Saint Pelagina) and the transfer of the Basento outlet to the south; some burials, dated back to the 1th century AD, invade the fosse of the Castrum and the urban sanctuary. After a long period of crisis, by the 3th century AD a thermal establishment and a paleochristian Basilica are placed above the road seats of the Castrum. Later on, even the name of Metaponto is cancelled and replaced with Turiostu (Turris Ostium), the medieval Torre a Mare.


Urban Area Park

The urban area of the ancient Greek colony of Metaponto shows a quadrangular plan, conditioned by the Bradano and Basento rivers flowing parallel North and South of the town. It is likely that the river bends and the coastal basins were used as port areas. The town covers a surface of ca 150 hectares (370 acres), with a perimeter 7 km (4 miles) long. The present coastal line lies further South than the ancient one. The eastern side of the walls is situated beyond the railway line and the settled area reaches the modern village of Metaponto (Borgo). The first phases of the Greek settlement, with small scattered groups, can be dated between the end of the 8th century BC and the beginning of the 7th century BC. The foundation of the formal Achaean colony, at the hands of the Sybarites, must instead be dated to the final decades of the 7th century BC, when the areas for public activities, for residential quarters and workshop districts were defined. Certainly the first and most important unit consists of the sanctuary and the agora. In the sanctuary the altars and the small shrines are located, dedicated to the gods brought by the colonists. They are direct evidence of traditions and cults from the mother country. In the agora structures destined to civil collective functions are built. The flat morphology of the site encouraged human settlement and the rapid creation of a regular urban grid around the mid-6th century BC. Some major orthogonal roads (plateiai) subdivide the town in narrow and elongated blocks, separated by minor roads (stenopoi). A first major E-W road lies South of the sanctuary and runs right across the agora. It links the rural territory to the coast. The second main road runs N-S and, with its impressive width (22 meters), it is the main central axis of all the grid, joining the Basento port zone to the public area. The archaeological park includes the structures of the sanctuary and part of the agora. In the sacred areas the cult buildings can be seen in the monumental aspect reached between mid-6th and early 5th century BC. The present state of preservation is due to the systematic looting of materials suffered by the town over the centuries. In the centre, Temple A, devoted to Hera, rises with its massive Doric features. The partial reconstruction of the eastern front suggests the sequence of some elements of the elevation and its imposing colonnade with eight columns. This temple, and the adjacent one dedicated to Apollo Lykaios, perfectly reflect the geometry of the urban grid, while temples D (Ionic) and C follow a different orientation, even though built in a later period. In front of the temples spreads the series of the altars. The altar of Apollo is characterized by the presence of many pillars and rough stones. The northern edge of the sanctuary corresponds to the limit of the town and the present rise, lined by the trees, almost reproduces the path of the fortification wall, while the modern drainage channel corresponds to the ancient moat. Beyond the limit of the sanctuary the enormous space of the agora opens. The most impressive monumental building is the Theatre-Ekklesiasterion complex. The theatre can be dated to the second half of the 4th century BC. It overlaps an earlier round building (Ekklesiasterion), intended for meetings of the citizens. To the side lies a quadrangular area lined by blocks and by a monumental access ramp. This space can be identified with a sanctuary. The lime kiln is medieval or modern. It explains the reasons for the destruction of many buildings of the town. Beyond the tree-lined road the so-called Roman Castrum develops, a sector defended and occupied by a Roman garrison during the 3rd century BC. In the following centuries the settlement was reduced to this area. Only here is there evidence of activity persisting until the 6th-7th AD, with a christian place of worship and a baptistery.